Papa Francesco ha ricevuto in udienza la delegazione di Athletica Vaticana che tra una settimana, sabato 5 giugno, sarà nella Repubblica di San Marino per partecipare ai Campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa.
La delegazione dell’associazione sportiva vaticana, accompagnata dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, è stata accolta dal Papa, poco dopo le ore 11, nella Biblioteca Privata nel Palazzo Apostolico.
È significativo e importante che ci sia una squadra sportiva in Vaticano perché, ha detto il Papa parlando a braccio, la Chiesa ha a cuore tutto ciò che è umano e che riguarda l’uomo. E lo sport, il gioco, è una dimensione centrale nella quotidianità delle persone, tanto da poter essere visto come “sacramentale della bellezza”.
Papa Francesco ha insistito poi sull’esperienza sportiva come autentica bellezza e come “mistica di squadra”, ricordando che a Buenos Aires c’è il modo di dire “morfarse la pelota”, che significa “mangiarsi il pallone”, riguardo a chi invece va per conto proprio e non pensa al gruppo.
Il Papa ha poi suggerito ad Athletica Vaticana, la “sua” squadra, di vivere sempre uno stile di comunità, allenandosi insieme, correndo insieme, senza mai perdere mai di vista la dimensione amatoriale dell’attività sportiva. E confidando anche, proprio riguardo lo spirito amateur, lo stupore quando si apprende che un giocatore è costato tanti milioni di euro.
Al Santo Padre è stato simbolicamente presentato un testimone per la staffetta, di colore bianco, con la significativa scritta in latino “Simul Currebant” – il “motto” di Athletica Vaticana – in riferimento al passo del Vangelo Giovanni (capitolo 20, versetto 4): Pietro e Giovanni “correvano insieme” la mattina della Risurrezione.
Il testimone, che Francesco ha autografato, sarà consegnato, al San Marino Stadium, ai rappresentanti dei Piccoli Stati d’Europa. Anche se per l’emergenza sanitaria e sociale non tutti i 18 Stati saranno presenti ai Campionati.
“Athletica Vaticana scende in pista tra i “piccoli” Stati d’Europa in una dimensione – quella della “piccolezza” – che ha, adesso più mai un grande significato – ha detto il cardinale Ravasi – Anche se non mancano oggi tensioni tra alcuni “piccoli” Stati, lo sport può essere, come sempre fin dalla sua nascita come esperienza umana, luogo di incontro e di conoscenza reciproca che fa cadere pregiudizi e ostilità e, attraverso il dialogo tra culture e religioni diverse, crea amicizia tra uomini e popoli fino a correre insieme – simul currere – verso la mèta comune che è la pace”.
Come ospite della Repubblica di San Marino, “Athletica Vaticana partecipa alla prima manifestazione internazionale insieme a popoli che – non solo sportivamente – non hanno la grande ribalta, per testimoniare concretamente la “cultura della fraternità” e costruire ponti di amicizia e di dialogo con tutti”, ha spiega il presidente Giampaolo Mattei.
La delegazione di Athletica Vaticana è composta da 10 persone: 7 atleti e 3 accompagnatori. Gli atleti vaticani parteciperanno a 4 gare: lancio del giavellotto femminile con Beatrice Bellapadrona (studentessa di giurisprudenza); 400 metri maschili con Simone Adamoli (studente di scienze storiche); 3000 metri maschili con Emiliano Morbidelli (tecnico dell’ospedale Bambino Gesù) e staffetta maschile con Alessio Moscetti (gendarme), Giuseppe Zapparata e Paolo Piersanti (vigili del fuoco), Placido Fois (falegname) e, nuovamente, Simone Adamoli. Anche Sara Carnicelli aveva ottenuto lo standard di partecipazione ma è stata fermata da un infortunio che l’ha costretta a un intervento chirurgico.
A guidare la piccola delegazione sarà monsignor Melchor Sanchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio consiglio della cultura. Con lui anche la “capitana” Michela Ciprietti (dottoressa della Farmacia vaticana) e il tecnico Claudio Carmosino che generosamente mette a disposizione della comunità sportiva di Athletica Vaticana la sua lunga esperienza sportiva.
A San Marino Athletica Vaticana – che alloggerà nella Casa di spiritualità “San Giuseppe” – partecipa con uno stile particolare per il fatto che non è ancora completata l’affiliazione alle Federazioni internazionali di atletica, se dovesse salire su uno dei tre gradini del podio l’atleta vaticano lascerà il posto a quello che arriverà dopo di lui. Un piccolo segno per affermare, anche nello sport, scelte per passare dall’ “io” al “noi” che dovrebbero valere in ogni contesto sociale.
(ACI Stampa)