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15 Apr 2022

Legambiente: in Trentino poco riuso e troppo consumo di suolo

E’ un Trentino questa volta davvero poco virtuoso quello che emerge dal dossier di primavera di Legambiente, che ha presentato: “Abitare la montagna nel post Covid“. Uno studio su edifici abbandonati e consumo di suolo. Proprio su questo punto il Trentino Alto Adige, che immaginiamo sempre attento allo sfruttamento sostenibile del proprio patrimonio più importante, l’ambiente, risulta invece essere il fanalino di coda.

Il censimento degli edifici fatiscenti, presenti nelle aree montane della Penisola, rappresenta il cuore e la novità di questo report che analizza 66 strutture, di piccole dimensioni o complessi significativi, abbandonate ad uno stato di degrado. Viene analizzato anche il fenomeno delle seconde case in 303 località alpine. Con lo smartworking sta cambiando l’idea che molti hanno della montagna: da meta turistica a luogo in cui abitare e riparte il mercato immobiliare in montagna. La riqualificazione degli edifici dismessi gioca un ruolo chiave.
Privilegiare la riqualificazione del costruito esistente può, infatti, acquistare un importante significato in un contesto post pandemico in cui si manifesta proprio uno slancio del mercato immobiliare in montagna, con il rischio, però, che possa di pari passo ricominciare a crescere anche il consumo di suolo, che invece dovrebbe essere azzerato. Secondo i dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), in Italia, il consumo del suolo continua a crescere e riguarda anche ambiti montani di pericolosità per frane e alluvioni, le aree protette, le sponde dei corpi idrici, le valli dove il suolo è più fertile. Il triste primato è detenuto, per le aree oltre i 600 metri di altitudine, dal Trentino-Alto Adige che nel 2019 ha consumato ben 54 ettari in più rispetto al 2018.