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17 Lug 2024

L’ambizione, una peste per i consacrati

Nel ricevere lunedì 15 luglio scorso i partecipanti ai Capitoli Generali di diverse Congregazioni Religiose, Papa Francesco ha osservato come essi siano un’immagine viva del mistero della Chiesa, in cui a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito Santo per il bene comune di tutti, affinché nel mondo risplenda in tutta la sua luce la bellezza di Cristo.

Due sono gli aspetti che ha sottolineato il Pontefice nel suo discorso la bellezza e la semplicità. Parlando di bellezza, essa è insita in tantissime delle storie delle diverse congregazioni perchè come dice il Papa stesso “perché in esse traspare la grazia del volto di Dio”. Nel raccogliere le testimonianze di vita e di fede dei loro fondatori, l’invito è di continuare come loro a ricercare e seminare la bellezza di Cristo nella concretezza delle pieghe della storia, mettendovi prima di tutto in ascolto dell’Amore che li ha animati, e lasciandovi poi interrogare dalle modalità con cui vi hanno corrisposto.

Il riferimento alla semplicità, parla dell’importanza di scegliere l’essenziale rinunciando al superfluo. Come il vasaio, lasciandosi forgiare giorno per giorno dalla semplicità dell’amore di Dio che risplende nel Vangelo. Dice il Papa, “L’amore di Dio è semplice e la sua bellezza è semplice, non è una bellezza sofisticata. È semplice, è alla mano”.

Ultimo monito del Papa riguarda l’ambizione che definisce “una peste nella vita consacrata”, e continua “è brutta l’invidia in una vita comunitaria; pretese, rigidità e qualsiasi altra brutta tentazione di autoreferenzialità”.

In conclusione il Pontefice fa riferimento all’obbedienza. “È una missione grande. E il Padre la affida a voi, membra fragili del corpo del suo Figlio, proprio perché attraverso il vostro sì umile appaia la potenza della sua tenerezza, che va oltre ogni possibilità, e che permea la storia di ciascuna delle vostre comunità. E non lasciare la preghiera, una preghiera dal cuore; non lasciare i momenti davanti al tabernacolo parlando con il Signore, parlando al Signore e lasciando che il Signore parli a noi. Ma la preghiera dal cuore: non quella dei pappagalli. Quella che viene dal cuore e che ci fa andare avanti nella strada del Signore”.

(ACI Stampa)