Oltre alle porte di quattro basiliche, per l’Anno Santo a Roma viene aperta anche quella del carcere di Rebibbia: lo ha ricordato il vescovo di Bolzano Bressanone, Ivo Muser, celebrando nella casa circondariale del capoluogo altoatesino la liturgia prenatalizia con i detenuti, il personale e i volontari.
“Mi fanno sempre grande impressione – ha detto il vescovo – le tante porte che caratterizzano questo ambiente: porte sbarrate, porte che si aprono, porte che si chiudono. Nella notte di Betlemme Dio si fa uomo e bussa alla porta del mondo, con la delicatezza e la fragilità di un bambino: questo Dio continua a bussare alla porta del cuore di ogni uomo e non dobbiamo aver timore di accoglierlo”. Sarà un Giubileo nel segno della speranza, ha proseguito Muser, “e noi tutti abbiamo bisogno di speranza.
Il respiro della speranza non può essere soffocato da niente e da nessuno, perché è la tensione verso il futuro per trasformare la vita, è una spinta verso il domani”. Il vescovo ha ringraziato quanti nella struttura “si adoperano ogni giorno per tenere accesa la luce della speranza. So che il vostro non è un servizio facile, ma vi esorto, anche nei momenti più complicati, ad essere sempre testimoni di speranza”. Da mons. Muser è arrivato anche l’invito alla società “ad essere cauta nel giudizio e avere la capacità di perdonare”.
Ai detenuti ha pertanto augurato “di poter sperimentare concretamente la vicinanza di qualcuno” ed ha ribadito l’auspicio che si possa ancora arrivare a costruire un nuovo carcere di Bolzano. Più in generale il vescovo confida “in una forte volontà politica: anche chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose. E anche agli operatori bisogna garantire un ambiente di lavoro altrettanto dignitoso”.
(ANSA)