Nel cuore delle Dolomiti, nel prato in Val Badia, è stata inserita una siringa, in scala gigante. L’opera “Vial” dell’artista Jose Antonio Barrientos de Oria è un totem che racconta – con un’immagine tanto ormai quotidiana quanto perennemente shoccante – un concetto abbastanza semplice e “letterale”: fragile è la situazione di salute dell’essere umano e della terra. Si tratta di una delle opere della 5/a edizione di Smac – Constellation of art, culture & history in the Dolomites, che restano esposte fino al 12 settembre. Gli artisti vincitori sono: Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti, Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy, Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni, Jose Antonio Barrientos de Oria, Notta Caflisch, Dimitri Khramov, Arturs Punte & Jekabs Volatovskis, Giacomo Savio, VAZ: Andrea Ventimiglia & Alessandro Zotta, Xinge Zhang& Jiaqi Qiu. Le opere sono state selezionate da una giuria internazionale coadiuvata da Guus van den Hout e composta da: Julia Bornefeld, Gehard Demetz, Giacinto Di Pietrantonio, Giulia Ferracci. In merito all’opera “Vial” gli organizzatori ricordano che “quest’anno, miliardi di persone saranno vaccinate nel tentativo di superare la pandemia legata al Covid-19 e tornare alla normalità. La siringa è lo strumento eletto per riportarci in vita, ci spaventa e nello stesso tempo ci aiuta. Può funzionare allo stesso modo quando la malattia riguarda natura e pianeta e vengono compromessi gli equilibri dell’ecosistema estraendo petrolio e materie prime ed iniettando fertilizzanti? In questo ambito i vaccini non saranno d’aiuto. Il messaggio che l’artista Jose Antonio Barrientos de Oria lancia è quello che la responsabilità non è mai nel dispositivo scelto in sé, ma nell’uso che se ne fa.”
Fonte: ANSA