Papa Francesco ha voluto indire una giornata mondiale dedicata ai nonni. La data scelta è quella della quarta domenica di luglio. La prima edizione si celebrerà, quindi, domani e vedrà in San Pietro una celebrazione presieduta dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella.
Nelle diocesi alcune iniziative ma anche note che evidenziano il ruolo dei nonni nelle attività parrocchiali come nella diocesi di Roma dove la Caritas diocesana ha diffuso i dati di una indagine che ha coinvolto tredici comunità parrocchiali che hanno aderito al programma “Quartieri Solidali”. Dall’indagine emerge che sono 280 i volontari che hanno superato i 65 anni di età e che si dedicano ad altre persone: più di 300, che hanno bisogno di compagnia, di aiuto per le incombenze domestiche, di accompagnamento per il disbrigo di pratiche amministrative e visite mediche, come scrive il card. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, evidenziando che questi anziani sono di supporto alle loro famiglie “soprattutto dove ci sono nipoti da accudire e, grazie al loro coinvolgimento nelle comunità parrocchiali, diventano il perno per le attività liturgiche e per la catechesi dei ragazzi”. “Amore, riconoscenza e gratitudine sono i sentimenti che ci legano agli anziani – scrive il porporato – e per questo il nostro Vescovo Papa Francesco ha voluto istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani nella quarta domenica di luglio, vicino alla festa liturgica dei santi Gioacchino e Anna. In un’epoca in cui l’invecchiamento della popolazione viene presentato come una serie minaccia alla nostra società e alla vita delle comunità cristiane, grazie all’iniziativa del Papa e all’emersione delle tante testimonianze delle parrocchie, possiamo trovare negli anziani quel contesto necessario per la riscoperta della fede e dei valori che ci fanno cristiani. Tra questi vi sono la solidarietà tra generazioni e tra le famiglie”.
In vista di questa festa alcune diocesi richiamano l’attenzione sul ruolo degli anziani e anche l’importanza di essere loro vicini nei momenti di difficoltà. L’ufficio di Pastorale Familiare della diocesi di Perugia-Città delle Pieveindica, fra le tante modalità di vicinanza, quella di “farsi prossimi” agli anziani, e celebrare tale Giornata con una “visita” che i giovani possono fare consegnando il messaggio del Papa o la preghiera appositamente scritta. “Proprio per questo come Ufficio di pastorale familiare – spiegano i referenti Roberta e Luca Convito – abbiamo pensato di rendere disponibile sul sito della Diocesi e sulla nostra pagina Facebook la preghiera e l’immagine del sogno di Gioacchino, scelta come logo di questa Giornata e tratta dal ciclo delle Storie di Gioacchino e Anna di Giotto, nella Cappella degli Scrovegni a Padova, ricordando che la visita è l’occasione per ogni nipote di dire a suo nonno e per ogni ragazzo di dire all’anziano che andrà a trovare: ‘Io sono con te ogni giorno!’”. Tra le iniziative in giro per l’Italia oltre alla Messe domenicali dedicate alla celebrazione della Giornata, anche celebrazioni eucaristiche o preghiere negli ospedali o nelle residenze per anziani e anche momenti di preghiera in memoria degli anziani morti a causa del Coronavirus.
Di questi ultimi giorni anche un Motu proprio di Papa Francesco che modifica le norme delle celebrazioni nella liturgia precedente il Concilio e evidenzia che saranno i vescovi ad essere responsabili delle disposizioni. In Italia in diverse diocesi sono state erette parrocchie dove è possibile celebrare secondo il rito preconciliare. Non risultano commenti al Motu Proprio del pontefice da parte di diocesi del nostro Paese mentre nelle parrocchie erette per la cura pastorale dei fedeli legati alla forma straordinaria del Rito Romano sembra procedere come prima anche perché il documento pontificio non sembra prevedere modifiche sostanziali.
Tra le ultime parrocchie istituite, prima del Motu Proprio, quella nella diocesi di Ferrara-Comacchio dove è arcivescovo Gian Carlo Perego, certamente non un vescovo di tendenza tradizionalista. Il 9 giugno scorso Perego ha affidato ad un sacerdote diocesano la Chiesa di Chiesa di Santa Chiara dove è previsto il rito. A Roma vi è la parrocchia dedicata alla Santissima Trrinitò dei Pellegrini e affidata alla Fraternità Sacerdotale S. Pietro che ha tra i suoi obiettivi – come si legge sul sito – “la formazione e santificazione dei sacerdoti nella liturgia tradizionale latina del rito Romano”.
Ieri intanto festa nella diocesi calabrese di Catanzaro-Squillace l’arcivescovo Vincenzo Bertolone ha chiuso la causa di beatificazione di Flavio Aurelio Magno Cassiodoro, un uomo – ha detto il presule “assetato di Dio, innamorato del mistero del Cristo Incarnato, alla scuola dello Spirito Santo, dopo un’intensa carriera politica, scelse di fare esperienza di Cristo mediante la meditazione assidua della Sacra Scrittura. Insegnando, poi, a non avere paura della cultura del proprio tempo, ma a servirsene per la conoscenza di Cristo, gettò lo sguardo sulla vita, sul legame del credente con il mondo, al quale occorre portare il lieto annuncio di salvezza. Egli aveva intuito che la morale non è sufficiente a salvare l’uomo, se la stessa non scaturisce dalla più alta esperienza di Cristo: la morale si fonda sull’esperienza amorosa di Cristo, la cui profondità è misurata dal dono offertoci di contemplare l’insondabile mistero divino”. E si prepara ad accogliere il nuovo vescovo la diocesi di Grosseto.
Il 9 agosto, infatti, prenderà possesso della diocesi Giovanni Roncari, vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, nella cui persona il Papa ha unito le due diocesi. “Abbiamo solo da dare questo: essere pungolo perché questa terra sia capace di alzarsi e rialzarsi continuamente e camminare. Non ci si può accomodare nel comfort di una vita che non corrisponde all’ideale evangelico per cui siamo fatti”, ha detto il vescovo Rodolfo Cetoloni, attuale amministratore apostolico di Grosseto che ha guidato, per otto anni, fino a poche settimane fa. In una lunga intervista al settimanale “Toscana Oggi” il percorre ripercorre questi anni di episcopato nella diocesi toscana e “congedarsi diventa consegnare quello che, a sua volta, c’è stato consegnato e quindi è anche consegnare se stessi per il tempo in cui si è operato e ci si è dedicati in quel servizio”.
Nella diocesi di Ravenna-Cervia la festa di Sant’Apollinare che si è conclusa ieri con la messa presieduta dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni. E festa patronale anche a Venezia per la solennità del Santissimo Redentore. “Abbiamo bisogno di tornare a fissare lo sguardo su Gesù”, ha detto nell’omeia il patriarca Francesco Motraglia aggiungebdo che ai cristiani “è chiesto di annunciare la presenza di Dio in questo mondo con parole e comportamenti conseguenti, propri di chi è nel mondo ma non aderisce alla sua logica”.
(ACI Stampa)