Entro il 31 agosto arriverà in giunta provinciale la delibera con il piano di riorganizzazione sanitaria. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore alla sanità Stefania Segnana.
Con la delibera, che dividerà il Trentino in tre ambiti (est, oves e centro), verrà attuato il progetto di “ospedale policentrico”, per la valorizzazione degli ospedali di valle, ferma restando la centralità del Santa Chiara.
La riforma – ha spiegato Segnana – terrà conto della neonata Scuola di medicina e della scuola di specializzazione.
Il commissario dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro ha spiegato che la riorganizzazione riguarderà anche la medicina di famiglia, con il varo di tredici ambiti a livello provinciale, una rete di cui faranno parte tutti i medici. Mentre sarà facoltativa l’adesione ai “gruppi integrati” dei medici di famiglia, per i quali l’Azienda sanitaria intende investire in termini di telemedicina, spostando così i carichi ambulatoriali a carico dei presidi ospedalieri.
Per Ferro questa può essere una risposta all’emergenza che nei prossimi 2-5 anni colpirà la medicina di famiglia, alle prese con un numero importante di pensionamenti (il 30% dei medici ha 65 anni) a fronte di ingressi molto contenuti. La costituzione dei distretti – ha aggiunto Ferro – costituirà una “camera di compensazione” dei problemi a livello locale, evitando che arrivi tutto nella sede centrale di via Degasperi.
Secondo Pier Paolo Benetollo, direttore del servizio ospedaliero, la riorganizzazione cambierà il punto di equilibrio fra Trento, Rovereto e le valli.
“Forse anche a livello nazionale rispetto all’idea di contrazione dei posti letto oggi c’è una nuova consapevolezza, anche grazie alla pandemia – ha detto Benetollo – bisogna capire il contributo che ogni ospedale può dare in termini di risposta alla popolazione. Siamo consapevoli che l’esito delle cure è correlato al volume, non è detto però che questo significhi centralizzare”.
(ANSA).