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20 Apr 2022

Anche il TrentinGrana finisce nelle grotte

Dopo le mele e il Trentodoc, un altro prodotto dell’eccellenza trentina ha trovato casa nelle celle ipogee. Le prime 160 forme di Trentingrana riposeranno per un anno nel cuore della montagna, a 200 metri nel sottosuolo, all’interno delle grotte ricavate dalle immense cave di dolomia messe a disposizione dal Gruppo Miniera San Romedio nel comune di Predaia. Poco più in là si trovano le celle di conservazione delle mele Melinda e la cantina dello spumante Altemasi Trentodoc di Cavit.

Quella che ha preso il via è di fatto una fase sperimentale che – si legge in una nota della Cooperazione – precorre un progetto di conservazione e stagionatura ipogea entro il 2025 per circa 30mila forme di Trentingrana. Il Consorzio svilupperà l’iniziativa in collaborazione con il Gruppo Miniera San Romedio. Le condizioni delle grotte – prosegue la nota – rappresentano un presupposto ideale per ridurre i consumi di energia: l’ammasso roccioso è un isolante naturale le cui proprietà termiche aumentano con il tempo, a differenza di quanto accade per i magazzini tradizionali, e l’ambiente sotterraneo non è soggetto ai picchi di temperatura che si verificano nei periodi estivo e invernale. «La temperatura normale di stagionatura è di circa 16-18 gradi, che verranno raggiunti attraverso un sistema di riscaldamento a pompe di calore», ha informato il responsabile tecnico del progetto, l’ingegner Lorenzo Berloffa. A presidiare sulla bontà dei formaggi in sperimentazione – spiega ancora la nota – ci sarà una commissione valutativa che, a conclusione del progetto, effettuerà controlli e assaggi.

(ANSA).