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26 Apr 2022

A Roncegno l’ordinazione diaconale di Michele Maurizio Mastrolitti

Grande festa, domenica 24 aprile a Roncegno e in tutta l’unità pastorale dei santi Pietro e Paolo (comprendente anche Marter, Novaledo, Ronchi e Santa Brigida) per l’ordinazione diaconale – per mano dell’arcivescovo Lauro – di Michele Maurizio Mastrolitti, 46 anni, origini foggiane ma dal 2007 valsuganotto d’adozione, sposato con tre figlie, agente della polizia penitenziaria nel carcere di Trento. Non a caso, in chiesa erano presenti molti suoi colleghi, la direttrice della Casa Circondariale Anna Rita Nuzzaci, la comandante del Corpo di polizia penitenziaria Ilaria Lomartire, e don Mauro Angeli, cappellano del carcere.

Il sindaco di Roncegno, Mirko Montibeller, ha portato il suo saluto, ringraziando Michele per la sua testimonianza di servizio a favore della comunità. Nell’omelia don Lauro ha sottolineato il ruolo dell’ambiente carcere nel far maturare la vocazione diaconale di Michele. «Ogni volta che varco il cancello del carcere di Spini – ha detto il vescovo Tisi – vedo tanta umanità, luogo della vita che trionfa. Non è il luogo della serenità ma, cominciando dai carcerati e dagli agenti, si vede gente che si spende per gli altri, considerando chi ha errato non come uno sbaglio, ma come una persona. È un segno di risurrezione, come Michele che da papà impegnato, con un lavoro stressante, accetta di mettersi a disposizione, a servizio della comunità. È testimonianza della vitalità di Gesù di Nazareth. Vai Michele, e racconta a tutti che la vita vince la morte. Il risorto ti affida la Parola di Dio perché sia per te lampada nell’ oscurità. E per voi tutti, coraggio, non è finita, l’ ultima parola nella storia è quella dell’ amore, non quella del cannone o del fucile. Torniamo a frequentarci, a ritrovare la gioia del ritrovarci».

La celebrazione ha visto la partecipazione di molti fedeli e dei sacerdoti della zona pastorale. Presenti anche don Ferruccio Furlan, vicario episcopale per il clero nonché referente per la formazione dei diaconi permanenti e don Giulio Viviani che ha curato in particolare la formazione di Michele. Dopo il saluto e ringraziamento conclusivo del parroco dell’ unità pastorale, don Paolo Ferrari, l’ arcivescovo Lauro ha voluto impartire «una particolare benedizione ai fratelli del carcere ed agli agenti, perché noi non li vediamo spesso, ma loro ci sono tutti i giorni».

(Servizio Comunicazione Arcidiocesi di Trento)