Mercoledì 2 agosto alle 17, negli spazi di Malga Costa ad Arte Sella è atteso il secondo incontro della rassegna “Agosto degasperiano – Inquietudini”, dal titolo Ripensare l’ambiente.
Nell’esplorazione del mare agitato del nostro tempo, che sta portando avanti l’Agosto degasperiano 2023 dal titolo Inquietudini , la questione ambientale incrocia anche il tema generazionale. La questione che si tenterà di sondare è quale mondo lasceremo alle nuove generazioni?
L’antropologo Marco Aime e lo scienziato ambientale Roberto Mezzalama daranno vita a un dialogo critico, ma propositivo su un tema che non possiamo più ignorare ovvero il nostro impatto sulla salute del pianeta: “Chi ha capito e non fa niente, non ha capito niente”, come afferma Roberto Mezzalama.
Gli effetti del cambiamento climatico sono già qui, davanti ai nostri occhi, e stanno cambiando tutto, dal paesaggio ai fiumi, dai mari alle nostre abitudini. Non serve citare gli eventi atmosferici sempre più intensi e imprevedibili o l’aumento delle temperature in tutto il mondo per capire che qualcosa nell’equilibrio del nostro pianeta si è profondamente modificato.
Davanti a sfide tanto grandi e complesse, è necessario ripensare al nostro rapporto con l’ambiente, passando da una concezione che vede contrapposti “noi e la natura” a una presa di coscienza che ribalta la prospettiva a “noi nella natura”.
Obbiettivo ambizioso, ma necessario è quello di trovare soluzioni, teoriche e pratiche, per ridurre il nostro impatto sul pianeta.
L’antropologo Aime proseguirà l’indagine già avviata nell’Agosto degasperiano dell’anno scorso sul tema dell’identità, per comprendere come i singoli cittadini e le comunità possano rispondere a una situazione emergenziale di questa portata, mentre Roberto Mezzalama ci regalerà lo sguardo di chi per lavoro si confronta quotidianamente con gli effetti prodotti dal cambiamento climatico. Due background diversi, due settori disciplinari differenti, un orizzonte comune: davanti a una prospettiva che travolge certezze ed equilibri secolari, è necessaria una presa di coscienza collettiva, per costruire un’alleanza globale basata su un intreccio di saperi che ci sappia dare nuove visioni del mondo.
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(Ufficio Stampa PAT)