“In un contesto radicalmente cambiato, la lezione degasperiana resta preziosa per le indicazioni di metodo che ci offre. Un metodo che è innanzitutto senso profondo della realtà”. Così la vicepresidente della Corte costituzionale, Daria de Pretis, che ha parlato della visione dell’autonomia di Alcide De Gasperi nel corso della 20/a “lectio degasperiana” di Pieve Tesino. L’autonomia che predicava Alcide De Gasperi “è lanciata come una proposta politica nazionale, come metodo generale di organizzazione dello Stato”, ha fatto presente la vicepresidente della Corte costituzionale, che ha parlato di un’autonomia capace di andare “oltre i confini”. Confini che oggi sono “immateriali” rispetto a quelli vissuti dal politico di Pieve Tesino, “ma non per questo meno reali”. Confini “che rischiano di imprigionare l’autonomia dentro il recinto di identità autoreferenziali, di una sterile nostalgia del passato, della chiusura in se stessa, del mito dell’autosufficienza”. Secondo de Pretis, è necessario ricordare “un aspetto che affiora con evidenza dalla trama del pensiero degasperiano: che uno dei punti di forza dell’autonomia è il suo essere primariamente relazione. Nel sistema costituzionale dei valori come nel pensiero di De Gasperi, l’autonomia è principio fondante ma non isolato”. Tra i confini da superare, c’è quello dell’autosufficienza che, ha detto de Pretis, “porta in primo piano il dibattito sull’autonomia differenziata. Autonomia e differenziazione innanzitutto: in un sistema che riconosce e favorisce le autonomie, la differenziazione può rappresentare un naturale sviluppo del concetto di autonomia. L’autonomia è diretta a differenziare: riconoscere autonomia significa consentire di essere diversi. In questo senso il riconoscimento anche ‘ad altre Regioni’ di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia non è, di per sé, eccentrico nel contesto costituzionale”.
(ANSA).