Nella catechesi di oggi in Aula Paolo VI riferendosi al miracolo di Gesù dell’“Effatà il Pontefice concentra la sua meditazione su questo miracolo”:”Gesù è capace di aprire le orecchie e la bocca. Ricordiamo che il senso del mutismo e della sordità nella Bibbia è soprattutto metaforico e designa la chiusura ai richiami di Dio. C’è una sordità fisica, ma nella Bibbia quello che è muto è che non parla la Parola di Dio”
L’invito di Gesù non solo è rivolto non tanto al sordomuto, che non poteva sentirlo, ma anche ai discepoli di allora e di ogni tempo. Come loro anche noi, che abbiamo ricevuto l’effatà dello Spirito Santo nel Battesimo, siamo chiamati ad aprirci perché il messaggio del Vangelo ha bisogno di ognuno di noi per essere testimoniato e annunciato.
L’apertura all’altro è l’atteggiamento di un cristiano testimone reale della Parola che ha ricevuto, continua il Papa “Anche alla fine dei Vangeli Gesù ci consegna questo suo desiderio missionario. Andate oltre, andate a predicare il Vangelo. Fratelli, sorelle, sentiamoci tutti chiamati, in quanto battezzati, a testimoniare e annunciare Gesù. E chiediamo la grazia, come Chiesa, di saper attuare una conversione pastorale e missionaria. Ognuno di noi si faccia questa domanda: amo davvero il Signore al punto di volerlo annunciare? Prendo a cuore le persone che incontro, le porto a Gesù nella preghiera? Desidero fare qualcosa perché la gioia del Vangelo, che ha trasformato la mia vita, renda più bella anche la loro?”.
Con questi quesiti si conclude l’Udienza Generale.
(ACI Stampa)