“C’è un caos esterno – sociale e politico – e un caos interno ad ognuno di noi. Non si può sanare il primo, se non si comincia a risanare il secondo”. Papa Francesco lo sottolinea al termine della catechesi dell’udienza generale, la prima di un nuovo ciclo che Papa Francesco definisce come “un percorso dall’alba fino al meriggio”, e che toccherà “le tre grandi tappe della storia della Salvezza” (Antico Testamento, Nuovo Testamento, Tempo della Chiesa). Titolo della serie è: “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”.
Si comincia, insomma, con l’Antico Testamento, che non è “archeologia biblica”, spiega Papa Francesco in una assolata piazza San Pietro, anzi serve a capire che “quanto è donato come promessa nell’Antico Testamento si è realizzato pienamente in Cristo”.
Papa Francesco comincia proprio con i primi versetti della Bibbia, dove lo Spirito di Dio appare “come la potenza misteriosa che fa passare il mondo dal suo iniziale stato informe, deserto e tenebroso, al suo stato ordinato e armonioso. In altre parole, è Colui che fa passare dal caos al cosmo, cioè dalla confusione a qualcosa di bello e di ordinato”, perché questo significa cosmo.
Nel Nuovo Testamento, aggiunge il Papa, viene poi descritto “l’intervento dello Spirito Santo nella nuova creazione, servendosi proprio delle immagini che si leggono a proposito dell’origine del mondo”, dalla colomba che aleggia sul Giordano nel Battesimo Gesù, al soffio sui discepoli di Gesù nel cenacolo, e poi nella novità introdotta da Paolo, che nella lettera ai Romani parla di un universo che “geme e soffre come nelle doglie del parto”.
E la sofferenza è causata dall’uomo, dato che “l’Apostolo vede la causa della sofferenza del creato nella corruzione e nel peccato dell’umanità che lo ha trascinato nella sua alienazione da Dio. Questo resta vero oggi come allora”.