“Nella vita comunitaria, c’è sempre la tentazione di creare dei piccoli gruppi chiusi, di isolarsi, di criticare e di parlare male degli altri, di credersi superiori, più intelligenti. È un’abitudine dei gruppi chiusi, anche dei preti che diventano zitelloni. Non aiuta”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i sacerdoti del Convitto San Luigi dei Francesi, che prende il nome dall’omonima chiesa romana. “In una società segnata dall’individualismo, dall’affermazione di sé, dall’indifferenza, voi fate l’esperienza di vivere insieme con le sue sfide quotidiane”, ha fatto notare Francesco: “Situata nel cuore di Roma, la vostra casa, con la sua testimonianza di vita, può comunicare alle persone che la frequentano i valori evangelici di una fraternità variegata e solidale, specialmente quando qualcuno attraversa un momento difficile”. “In una fraternità vissuta nella verità, nella sincerità delle relazioni e in una vita di preghiera possiamo formare una comunità in cui si respira l’aria della gioia e della tenerezza”, l’invito del Papa, che ha incoraggiato i presenti a riscoprire la figura di San Giuseppe e “a vivere i momenti preziosi di condivisione e di preghiera comunitaria in una partecipazione attiva e gioiosa”. “Non lasciate da parte le vostre fragilità, sono un dono teologico”, ha aggiunto a braccio Francesco: “I preti superman finiscono male, tutti. Un prete fragile, che conosce le sue debolezze e ne parla con il Signore, questo andrà bene”.
(SIR)